Una collezione di silhouettes tagliate su lamiera d’acciaio, ideata da Giulio Pellegrini insieme agli Autori dei disegni. Tutto nel rispetto delle norme vigenti e debitamente autorizzato. China e ferro il liquido mordente che si asciuga e non si cancella, il solido che taglia. Neri tutti e due. E tutti e due capaci di lasciare il segno, nati, progettati e concepiti per segnare. Segni che sono fatti di bianco e di nero, del bianco vuoto della pagina segnata dall’inchiostro, che simula il gioco di luci e di ombre del mondo solido e reale riprodotto sulle due dimensioni della pagina, e il bianco della luce, che si annerisce nell’ombra proiettata da una sagoma di ferro.
Chinediferro nasce così, come intersezioni tra materiali e come approfondimento di un rapporto tra segni in cui la capacità del fumetto di costruire mondi e raccontare storie si solidifica nel suo tratto più evidente, la sua possibilità di dare vita ai personaggi, a soggetti immutabili nella loro riconoscibilità di immagini sempre uguali a se stesse, identità pop che assurgono a mitologia sorniona. Personaggi che restano confinati nelle due dimensioni della pagina attraverso lo spessore minimo della sagoma, ma una sagoma di materia che non si piega, che pesa e taglia, dotata di quella reale solidità dell’esistente che si sostanzia nella capacità di proiettare un’ombra. E proprio l’ombra, segno a sua volta di mutevolezza e di evanescenza, dà la vera solidità al ferro tagliato, ne rappresenta e ne illustra la capacità di raccontare, di farsi storia - quella storia che è l’ombra del personaggio.
Una collezione di silhouettes tagliate su lamiera d’acciaio, ideata da Giulio Pellegrini insieme agli Autori dei disegni. Tutto nel rispetto delle norme vigenti e debitamente autorizzato. China e ferro il liquido mordente che si asciuga e non si cancella, il solido che taglia. Neri tutti e due. E tutti e due capaci di lasciare il segno, nati, progettati e concepiti per segnare. Segni che sono fatti di bianco e di nero, del bianco vuoto della pagina segnata dall’inchiostro, che simula il gioco di luci e di ombre del mondo solido e reale riprodotto sulle due dimensioni della pagina, e il bianco della luce, che si annerisce nell’ombra proiettata da una sagoma di ferro.
Chinediferro nasce così, come intersezioni tra materiali e come approfondimento di un rapporto tra segni in cui la capacità del fumetto di costruire mondi e raccontare storie si solidifica nel suo tratto più evidente, la sua possibilità di dare vita ai personaggi, a soggetti immutabili nella loro riconoscibilità di immagini sempre uguali a se stesse, identità pop che assurgono a mitologia sorniona. Personaggi che restano confinati nelle due dimensioni della pagina attraverso lo spessore minimo della sagoma, ma una sagoma di materia che non si piega, che pesa e taglia, dotata di quella reale solidità dell’esistente che si sostanzia nella capacità di proiettare un’ombra. E proprio l’ombra, segno a sua volta di mutevolezza e di evanescenza, dà la vera solidità al ferro tagliato, ne rappresenta e ne illustra la capacità di raccontare, di farsi storia - quella storia che è l’ombra del personaggio.