Venezia insolita
Chi non ha desiderato almeno una volta di conoscere la Venezia dei veneziani?

Se sei alla ricerca di un itinerario alternativo che ti indichi che cosa vedere d'insolito a Venezia, fatti ispirare da noi, lasciandoti accompagnare in una interessante passeggiata alla scoperta dei luoghi meno noti di Venezia.

Libreria Acqua Alta
C'è chi dice sia la libreria più bella del mondo, sicuramente è una delle più originali mai viste. Al suo interno troverete una vera gondola usata come espositore, una scala fatta interamente di libri, una porta che dà su un canale e tanti gatti accoccolati tra le pile di volumi. Non a caso la libreria si trova in cima alla nostra lista: è decisamente una delle cose più insolite da vedere a Venezia... soprattutto quando l'acqua bussa alla porta!

Scala Contarini del Bovolo
Una meravigliosa scala a chiocciola nascosta dietro Campo Manin e incastonata tra case d'epoca. Arrampicati fino in cima e, quando ti passa il capogiro, goditi la vista panoramica sui tetti veneziani, ti sembrerà quasi di poter toccare con un dito la chiesa e il campanile di San Marco!

Il mercato di Rialto
Nonostante si affacci sul Canal Grande e sorga a poca distanza dal Ponte di Rialto, la Pescheria di Rialto e più in generale la zona che le si sviluppa attorno, il mercato della frutta e verdure nell’erbaria e quello della carne nelle beccarie hanno saputo conservare l’autenticità veneziana. La loggia che ospita questo mercato è stata costruita in stile neogotico agli inizi del 1900 e dona al luogo molto fascino. I veneziani, i turisti e i curiosi come me che visitano ogni giorno il mercato gli fanno a pieno diritto guadagnare il titolo di cuore pulsante di Venezia.

Orto dei Carmelitani Scalzi
Ti aspetteresti mai di trovare un orto nel bel mezzo del centro storico di Venezia? Puoi vederne uno proprio dietro la chiesa dei Carmelitani Scalzi (appena fuori dalla stazione di Venezia Santa Lucia) ed è davvero tenuto con cura dai frati del convento. Qui viene anche coltivata la Melissa Moldavica, ingrediente principale dell'Acqua di Melissa, che pare abbia miracolosi effetti curativi e ovviamente si può acquistare in loco.

Il ghetto ebraico
Il ghetto di Venezia è un piccolo gioiello nel Sestiere di Cannaregio. Sorge su una piccola isola circondata da canali e ha come accesso due ponti, in passato chiusi da cancelli. Certo non si può proprio dire che non sia un luogo turistico, trovandosi a pochi passi da quell'”autostrada” che è Strada Nova, ma ha saputo conservare un’atmosfera diversa, coinvolgente e ricca di storia. Si tratta del ghetto più antico d’Europa e a tutt’oggi è il punto di riferimento della comunità ebraica locale con un museo, due sinagoghe e altri edifici istituzionali.
In particolare ho adorato sedermi in Campo del Ghetto Novo e osservare la gente passare o leggere un libro godendomi la tranquillità dl luogo. Per i più curiosi e golosi, nel ghetto c’è la possibilità di mangiare kosher nel ristorante o provare pane e dolcetti della tradizione ebraica nel panificio.

La Giudecca
L’Isola della Giudecca viene spesso citata nei percorsi turistici per la Chiesa del Redentore, il Molino Stucky o l’emblematico Hotel Cipriani.
In realtà io trovo che questa isola rappresenti la quintessenza della venezianità. Tagliata fuori dai principali percorsi turistici, la Giudecca è un quartiere dove vivono i Veneziani. Passeggiare per queste calli e curiosare tra gli scorci di finestre e giardini permette di carpire i segreti degli abitanti locali. Non solo, ma da quest’isola potrete godere di una vista da cartolina su Piazza San Marco e Palazzo Ducale.

Chiesa di Santa Maria della Presentazione “Le Zitelle”
Realizzata su progetto di Andrea Palladio, gode di una delle più belle e privilegiate viste su Piazza San Marco. Chiesa collegata al pio luogo delle Zitelle, fondato a metà del 1500, destinato all’educazione di giovani donne povere ma molto belle per le quali la propria avvenenza poteva essere motivo di perdizione e di avvio alla prostituzione. La chiesa venne edificata dopo gli anni della peste, dal 1581 al 1585, con l’assistenza dei proti Bartolomeo Manopola e Simon Sorella, per poi essere consacrata nel 1588. Nonostante l'assenza di documenti si può attribuite il progetto ad Andrea Palladio, anche se la prima pietra fu collocata in loco un anno dopo la morte del noto architetto.

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