Il Bosco della Ragnaia a San Giovanni d'Asso
Il giardino contemporaneo creato dall'americano Sheppard tra le "chicche" sconosciute della Val d'Orcia

Il Bosco della Ragnaia è un parco boschivo e giardino creato dall'artista americano Sheppard Craige a San Giovanni d'Asso, un piccolo paese in Toscana, vicino a Siena. Anche se alcune parti sembrano antiche, il Bosco è un'opera contemporanea che ha avuto inizio nel 1996 e continua ancora oggi. Sotto alte querce si possono trovare molte inscrizioni che accumulano muschio in attesa di essere notate da un visitatore. Alcune saranno familiari, altre enigmatiche, mentre altre ancora esprimono un senso capriccioso di Sheppard.

Tra le costruzioni degne di nota vi sono: L’Altare dello Scetticismo, il Centro dell'Universo, e di un Oracolo di Te Stesso. Il Bosco non offre un senso, ma è, al contrario, aperto a tutte le interpretazioni. Sheppard parla di un epoca di molti anni fa quando il bosco era governato da Saggi. Lui ripete la domanda sonora con la quale i Saggi concludevano i loro canti: Se non qui, dove?

San Giovanni d'Asso, con i suoi oltre trecento metri di altezza è in grado di esibire un panorama fuori dall'ordinario: il borgo, infatti, è come una grande terrazza affacciata sulle Crete senesi. Questo paesaggio, spesso desolato e deserto, non è privo di una sua bellezza attonita: è una terrazza particolare, dove le "sculture" di erosione delle argille si rincorrono per varietà nella forma e nei colori. Collinette, balze, piccoli rilievi a cupola, calanchi innumerevoli e di vario aspetto creano un ambiente irreale, dall'aspetto variabile secondo le stagioni e secondo la luce: e nelle notti di luna piena l'atmosfera si fa ancora più strana e rarefatta.

Ed è qui, a San Giovanni d'Asso, patria del tartufo bianco delle Crete - che nasce tra i boschi di querce e lungo i fossi popolati di pioppi, salici e cerri, a cui si abbina ai grandi prodotti agroalimentari locali, come l'olio finissimo, i pecorini profumati, i salumi saporiti e pregevolissimi i vini della zona, con delicata struttura e intenso bouquet - che ha preso forma, dall'idea illuminata di un pittore americano, Sheppard Craige, il giardino delle Crete, il "Bosco della Ragnaia".

Il Giardino nel Bosco della Ragnaia si trova sul fondo ombroso di una valle lunga e stretta ai piedi della rocca di San Giovanni d'Asso. Chi ci vuole arrivare, e non conosce la zona, deve munirsi di una mappa dettagliata. Da fuori l'interno del bosco è praticamente invisibile, racchiuso com'è da una spessa coltre di lecci. Sino a pochi anni fa il luogo era popolato esclusivamente da volpi, istrici cinghiali e caprioli, come è naturale che sia.

Sheppard non è un giardiniere qualunque, fino a pochi anni fa dipingeva cieli. Grandi tele multiformi con cieli osservati in luoghi e stagioni diverse. Prima di allora erano paesaggi. Come il cielo anche la terra veniva dipinta con realismo e senza romanticismi sentimentali.

La ricerca di nuovi paesaggi da dipingere persuase Sheppard, ventitre anni fa, a trasferirsi in Toscana dopo aver definitivamente abbandonato la prospettiva di una carriera universitaria in Studi internazionali e Scienze politiche. L'amore per i giardini è nato nel suo casale che si affaccia su uno dei più straordinari panorami di questa parte della provincia senese. Ed è li, nel cuore umido e ombroso di una valle di lecci secolari, che da anni, e con l'aiuto di alcuni ragazzi locali, sta trasformando in uno dei più folli e straordinari giardini d'Italia.

All'entrata c'è un grande cartello che indica "Bosco della Ragnaia". La ragnaia è un bosco fitto, solitamente di lecci e macchia mediterranea, che veniva adoperato in passato, proprio in virtù della sua quasi impenetrabilità, per stendere delle reti, appunto la "ragna", per catturare gli uccelli. Oggi i secolari lecci della ragnaia rappresentano l'ossatura di questo giardino modernissimo con chiara ispirazione rinascimentale.

Un giardino formale, senza fiori, ma con una struttura architettonica fatta di muretti e sentieri di tufo, lastre di cotto, colonne e, naturalmente, giochi d'acqua. Le siepi di bosso, i tappeti di pervinca e le felci contribuiscono al rigore simmetrico che conduce i passi e lo sguardo nei meandri di un avvincente quanto ironico itinerario iniziatico. Ogni tappa del percorso invita ad una pausa di riflessione. C'è la fontana del Buon Senso, per esempio, che invita a non bere l'acqua o l'Oracolo di Sé Stessi. C'è il Centro dell'Universo - «se no è questo qual'è?», chiede divertito Craige - e l'Altare del Tempo Presente. Tutti concetti espressi in quella che lui chiama, senza troppe spiegazioni, la Dottrina del Bosco e che si fonda in parte sulle teorie dello stoicismo, dell'Illuminismo francese e sulla filosofia della natura.

Nel Bosco della Ragnaia di San Giovanni d'Asso l'atmosfera è lieve e giocosa e molti si lasciano sedurre dagli oracoli. Le domande sono tante, poche le risposte. All'Altare dei Dubbi, ai piedi di una quercia gigantesca, è inciso il famoso motto di Montaigne: Que sais je? Che cosa sono io?

E anche questa è la lezione del giardino: in un mondo dilaniato da false verità, questa filosofia dell'incertezza, così libera e semplice, così estetica, è un respiro di sollievo.

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