La Val di Farma e il Castello di Belagaio
Tra Natura Incontaminata, Vestigia antiche e Biodiversità

La Riserva Naturale Farma

La Riserva Naturale Farma, situata in parte in provincia di Grosseto ed in parte in quella di Siena esattamente sulla linea di confine, comprende una parte del territorio splendido e selvaggio in cui scorre il torrente Farma e l’alto corso del Lanzo, un affluente dell’Ombrone. L’area protetta, oltre ad essere spettacolare dal punto di vista paesaggistico per le profonde vallate dei torrenti che presentano salti e cascate formate dall’azione millenaria dell’acqua che ha plasmato la roccia, presenta delle caratteristiche peculiari sia per quanto riguarda la vegetazione, con presenza di tasso, tiglio, sughere ed altre latifoglie di pregio sia per le specie animali presenti, tra cui le più interessanti sono il gatto selvatico, il biancone, il granchio di fiume e tra gli anfibi l’ululone, la salamandrina dagli occhiali ed il tritone alpestre.
La riserva vanta anche una lunga storia legata fin da epoche preistoriche allo sfruttamento delle risorse minerarie, rappresentate soprattutto da metalli quali rame e minerali ferrosi, oltre alla lignite. Ancora oggi è possibile imbattersi, camminando lungo i sentieri della riserva, nei ruderi dei mulini ma soprattutto delle ferriere, vere e proprie "fabbriche" per la lavorazione del ferro risalenti all’epoca medievale che utilizzavano l’energia dell’acqua dei torrenti. La valle del Farma all’epoca divenne un vero e proprio "polo industriale" per la lavorazione del ferro, grazie all’abbondanza del minerale e alla presenza di folti boschi, indispensabili per la produzione del carbone necessario alla cottura del minerale e alla successiva lavorazione del metallo. Al centro della Riserva Naturale della Val di Farma troviamo anche il bellissimo castello feudale del Belagaio, il cui nome sembra derivi dal toponimo “pelagus” ,che significava acquitrino, a causa della presenza di uno stagno che esisteva nell' avvallamento antistante l’edificio. L’imponente struttura venne edificata nel XII secolo e fu di proprietà dei Lottorenghi, ramo della nobile famiglia de Tolomei, che costruirono anche una ferriera nelle vicinanze. Fu trasformato più tardi in una villa- fattoria, pur mantenendo i caratteri distintivi del castello ovvero le mura che lo racchiudono, la torre ed, all'interno, la cappella gentilizia, il pozzo ed i magazzini, ed il fascino ad esso legato. Infine nel 1969 il complesso venne venduto allo Stato dagli ultimi proprietari, i Grottanelli e venne restaurato.


Castello di Belagaio

Situato al centro della Riserva Naturale della Val di Farma, il castello del Belagaio, il cui nome sembra che derivi da "Pelagus" e quindi dall’acquitrinio che esisteva nell'avvallamento davanti al castello, è stato possesso dei molti potenti che alternativamente si sono imposti nella zona: la famiglia degli Aldobrandeschi, dell'Abbazia di S. Lo¬renzo al Lanzo e degli Ardengheschi. Viene già citato nel 1187, insieme alla sua corte, in vendita al monastero di S. Lorenzo al Lanzo e, passato sotto il controllo di Siena, nel Trecento andò declinando, come attestato dalle inadempienze di pagamento delle tasse. Cosicché Siena nel 1438 ridusse a contado la fortezza, annullando i diritti giurisdizionali connessi al suo controllo. Il castello dovette comunque rappresentare un notevole punto strategico a dominio della Val di Farma e forse la sua importanza è stata legata anche alla presenza delle ferriere (stabilimenti di lavorazione del minerale di ferro), numerose lungo la valle. Fu trasformato più tardi in una villa fattoria subendo, a cavallo tra l'800 ed il '900, grosse trasformazioni che gli hanno dato l'aspetto attuale. Unico elemento ancora leggibile, dalla posizione delle sue strutture, è la pianta originaria ma tuttavia conserva ancor oggi il fascino del castello, essendo presenti quegli elementi che architettonicamente lo identificano: le mura che lo racchiudono, la torre ed, all'interno, la cappella gentilizia, il pozzo, i magazzini.
Tutto il complesso conferma la tradizione di lavorazione della pietra presente nella zona; bei lavori di intaglio si evidenziano nelle finestre ad edicola e sulle cantonate del palazzo residenziale, nella cappella neoromanica e nella torre, che presenta, nell'intaglio decorativo delle aperture, forme di gusto oltremontano. Nell'interno di quest'ultima, una scanalatura in legno lungo le pareti alloggiava la biblioteca, lontana dai rumori delle faccende giornaliere e ricca di luce.
Da notare che il bel portale di ingresso del palazzo residenziale, a forte bugnato e di gusto tardorinascimentale, è autentico: fu qui trasferito da una abitazione privata dal vicino paese di Torniella.








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